Una romantica donna inglese. Excursus sulla vita e l’opera di Miss Amy Turton pioniera del nursing in Italia

A romantic English woman. Overview of the life and work of Miss Amy Turton pioneer of nursing in Italy

Miss Mary Amy Turton nasce a Hampstead, contea del Middlesex, il 17 agosto 1857 (1). Vede la luce a Frognal Hall, la casa dei nonni materni, dove la sua mamma si è recata per il parto. Il papà, Francis William Turton, è ufficiale della Royal Navy, la mamma, Elizabeth Sophia Smith, è figlia di un magistrato; Miss Turton sarà la primogenita ed avrà tre sorelle e quattro fratelli. La famiglia è benestante e si unirà alla colonia inglese di Firenze dopo che il comandante Francis William sarà messo in quiescenza dalla Royal Navy.

Ignoro la data dell’ingresso di Miss Turton in Italia; sicuramente dopo 1871, quando il censimento inglese la colloca ancora residente in Gran Bretagna, ma, ahimè, non ho altri dati. Il mio interesse per Miss Turton nasce da una lettera che Miss Florence Nightingale scrive, il primo agosto 1894, al cugino Henry Bonham Carter, in cui la descrive in questo modo: “… dovrei immaginarla come una persona straordinariamente buona e compassionevole, con un forte entusiasmo religioso, ma nulla in lei tradisce l’infermiera o la leader”. (2)

Da iconoclasta quale sono, non ammiro la leadership, io voglio la vecchia guardia napoleonica, quella che muore, ma non si arrende. Ed in questo modo si comporterà Miss Amy Turton, una meravigliosa “Chimera” formata da intelligenza, capacità diplomatica, doti di relazione umana, di nursing e di una religiosità a cui i confini di una sola “fede” non basteranno.

Miss Lavinia Dock, nel suo monumentale “A History of Nursing”, volume IV, cede parte del racconto della storia dell’assistenza infermieristica in Italia alla narrazione della stessa Miss Turton. Non perdiamo di vista che, all’epoca, le condizioni economiche delle persone avevano un divario ed un’evidenza di status ben più marcate delle attuali e la situazione di “benestante” della cittadinanza inglese, di Firenze nel nostro caso, poteva fare la differenza qualora si volessero fornire degli aiuti al grande numero dei meno fortunati; allora la sterlina era la moneta di scambio internazionale con il relativo potere d’acquisto.

Miss Turton applica la massima di Santa Teresa d’Avila: “Io non posso nulla, io e Dio possiamo molto, io Dio ed il denaro possiamo tutto” ed inizia una frequentazione assidua dell’Ospedale Santa Maria Nuova, siamo tra il 1890 ed il 1891, anzi, fonda, come lei dice, una piccola società con i suoi amici facoltosi, per portare ai ricoverati “vestiti… e frutta, biscotti, uova, vino, tabacco, tabacco da fiuto ed immaginette”. La base della piramide di Maslow, ma si rende perfettamente conto che la cosa non basta; eppure potrebbe anche essere soddisfatta: fa del bene, soddisfa le esigenze di base di molti; lei è il “lanciatore di stelle marine” non può salvarle tutte, ma per quella che ha in mano, farà la differenza… no, a lei non basta, lei sa che bisognerà cambiare l’assistenza di base, il nursing dei malati, perché questo servirà a tutti. Solo che per elevare lo standard, se esistente, dell’assistenza infermieristica italiana, si sarebbe trovata a lottare sola contro tutti, anzi contro un sistema dalla granitica tradizione secolare; e lei ne era perfettamente consapevole, se non è leadership questa….
Qualora esistessero dubbi in merito alla situazione del nursing di casa nostra, Miss Florence Nightingale, nella sua lettera citata in precedenza, dopo aver chiarito i suoi dubbi nei confronti di Miss Turton, dice delle infermiere italiane: “Le mie ultime informazioni riguardo il nursing italiano, di non molto tempo fa, mi ricordano i serpenti in Islanda. Amico, sui serpenti in Islanda, non ci sono serpenti in Islanda. Le nurse italiane sono molto peggio che “nessuna” nurse, comunque”.

Un sarcasmo che non dovrebbe poi così tanto nuocere al nursing odierno; se l’assistenza infermieristica italiana è partita da più indietro e più in basso rispetto le altre, significa solamente che ha mostrato più forza ed ha percorso più strada.

Miss Amy Turton descrive le proprie motivazioni in un modo splendidamente disarmante: “Così è fermamente cresciuta la convinzione che io o dovevo fare qualcosa in più o abbandonare. Io lo stavo facendo… ero libera, non troppo giovane e con sufficiente influenza per ottenere un’ammissione, ero una straniera e potevo fare quello che un’italiana non poteva; una signora italiana non poteva vivere in un ospedale od anche lavorarci seriamente, la sua famiglia si opporrebbe; e non sono cattolica… forse potrei essere d’aiuto alle suore”.

L’essere anglicana, in una nazione cattolica, rappresenterà un bel problema, ma ricordatevi di questo sino alla fine dell’articolo.
Miss Turton intraprende del nursing privato nei confronti di Eugene Lee-Hamilton e Clementina “Kit” Anstruther-Thomson, due scrittori dell’epoca, residenti in Italia. Siamo circa nel 1887 e la sua prestazione di assistenza la porta ad un rapporto di amicizia con Violet Paget, alias Vernon Lee, scrittrice inglese, sempre della comunità anglosassone di Firenze, che a sua volta raccoglierà fondi per la creazione di una scuola per infermiere italiane. Diplomazia di ottimo livello.

Le female e male nurse odierni non devono inorridire all’idea di un’assistenza fornita da parte di una persona senza una preparazione specifica; per farsi un’idea di ciò che potesse essere un buon nursing, all’epoca, vale la pena di dare un’occhiata a “Notes on Nursing” di Miss Nightingale, che può chiarire le idee. Miss Turton si capacita perfettamente della necessità di avere una preparazione tecnica specifica, da poter poi trasmettere ad altre infermiere, ma se, grazie anche alle proprie frequentazioni, ha la possibilità di ricevere lezioni teoriche di medicina da parte di medici ospedalieri, l’opportunità di frequentare, poi, i reparti per la pratica diretta, è impensabile. Tenta l’ammissione all’Ospedale di Cremona, come allieva a pagamento, ma le Ancelle della Carità, in quel nosocomio dal 1841 (3), mostrano i denti e non era un sorriso.

Da gennaio a luglio del 1893, viene accolta all’Ospedale di Lucca, che può frequentare grazie all’interessamento di alcuni primari ed a una “signora con scarsi mezzi” che la prende a pensione. L’esperienza la gratifica, ora si tratta di aprire una scuola: i medici sono sostanzialmente d’accordo, ma non la direzione dell’ospedale che boccia il tutto; non ci sarà nessuna scuola. Miss Turton scrive a Miss Nightingale dando una visione, perfettamente calata nella realtà italiana, riguardo la difficoltà di aprire una scuola per infermiere laiche: “…ho paura che le nurse laiche siano subito bollate come antireligiose e a tutti i devoti e sinceri cattolici sia proibito di venire da noi”(4).

Miss Nightingale… beh, diciamo che Miss Nightingale non la prende troppo bene. Sebbene, al momento, l’Usignolo del nursing non sprizzi entusiasmo nei confronti di Miss Turton; il suo intervento è fondamentale per l’ammissione di quest’ultima alla Royal Edinburgh Infirmary, come allieva a pagamento e, forse perché la cosa non ha seguito i canali ufficiali o l’iter istituzionale classico, forse perché il corso degli studi di Miss Turton è stato di un solo anno anziché i due canonici, il Lothian Health Services Archive che possiede la documentazione storica sulla Royal Edinburgh Infirmary, non ha traccia del passaggio di Miss Turton. Una serietà e precisione draconiane. Ma ora il nihil obstat quominus imprimatur ormai c’è.

Nonostante l’inesistenza di internet, le notizie correvano anche all’epoca e, forse grazie al fato cui anche gli dei erano soggetti, l’eco della costante azione di Miss Turton raggiunge la Casa Reale e la Principessa Adelaide Pignatelli Del Balzo, Principessa di Strongoli, dama di compagnia della Regina, convoca Miss Turton e non può non restare colpita dalle sue idee e dalle sue aspirazioni.

Sono arrivati i marines ed il 18 luglio 1895 la “Nonna” delle nostre infermiere scrive a Miss Nightingale “Sono così felice di dirle che la Principessa di Strongoli ha avuto una risposta favorevole dal direttore del piccolo Ospedale Gesù e Maria di Napoli. Egli pone con entusiasmo a mia assoluta disposizione un reparto sia esso maschile o femminile dove io possa addestrare giovani donne come nurse con il suo aiuto”(5). E nel piccolo Ospedale Gesù e Maria non sono presenti le suore. Bingo.

Il 20 settembre 1895 la Principessa di Strongoli scrive a Miss Florence Nightingale una lettera di lodi nei confronti di Miss Turton per la sua opera (6). Miss Grace Baxter, altro monumento alla formazione del nursing “nostrano”, le succederà quasi subito alla guida della scuola “Croce Azzurra” dell’Ospedale Gesù e Maria e potrebbe risultare interessante la lettura delle lettere di Miss Baxter all’American Journal of Nursing dell’epoca, per avere un quadro della situazione. Miss Turton continuerà a raccogliere fondi per la “Croce Azzurra”, ma il suo obbiettivo è aprire una scuola per infermiere a Roma. Certamente non perde tempo e nel 1896 pubblica “Guida per l’infermiera: in casa e nell’ospedale”, primo libro di nursing scritto da un’infermiera ed indirizzato alle nurse italiane, che meriterebbe un lavoro di analisi a se stante. Lei lo definisce “Libera traduzione” del testo di nursing di Catherine Wood, che ha circa 200 pagine in più di quello italiano, ma che comunque è, e rimane, un’opera mirata e raffinata.

Alla fine del 1900 Miss Turton è direttrice di Villa Regina Natalia, una lussuosa costruzione trasformata in casa di cura a Firenze, che godrà di una certa notorietà; Gabriele D’Annunzio vi farà curare Alessandra Carlotti di Rudinì, nobildonna con cui aveva una relazione; mette quasi tenerezza la descrizione della clinica fatta sul The Nursing Record & Hospital World, del 15 dicembre 1900, comparata con gli standard attuali: la struttura può accogliere sino a 14 pazienti con possibilità di avere con se familiari ed un famiglio, costo alberghiero, vino incluso, da 7 a 10 lire al giorno; vino raffinato e nursing particolare a prezzo superiore; una nurse inglese costa da 10 a 15 lire al giorno, le italiane vengono via a meno, solo 5 lire, un vero affare… eppure, Miss Turton conferma: i pazienti sono entusiasti delle infermiere italiane.

Se le brave ragazze vanno in paradiso, Miss Turton è ovunque, nel 1907 è a Bordeaux a compiere degli studi in previsione dell’apertura, a Roma, della Scuola Convitto Regina Elena, che la vedrà protagonista… non leader, come presagito da Miss Nightingale e quando la Regina Elena appunterà medaglie di riconoscimento per il successo della scuola del Policlinico, Miss Dorothy Snell sarà insignita della medaglia d’oro e Miss Turton… di quella d’argento ed a me piacerà ancora di più. Agli inizi degli anni venti Miss Turton conosce Maria di Campello iniziatrice della Comunità delle Sorelle dell’Eremo Francescano di Campello sul Clitunno; l’una anglicana, l’altra cattolica, dimostrano che i grandi spiriti non hanno, a volte, bisogno di grandi discorsi per capirsi, sono gli intenti che contano. Nascerà un’amicizia elevatissima, con coinvolgimenti internazionali e Miss Turton sarà decisiva per la realizzazione dell’Eremo. Nel 1932 Miss Turton vi si ritira prendendo il nome di Sorella Amata e dopo tanti anni intensi, ricchi di impegni, lotte, delusioni e successi, Kronos si presenta ad esigere il proprio credito. Scrive in una lettera Sorella Maria, fondatrice dell’Eremo: “Nonna Amata, l’allodola di San Francesco più anziana e più santa, è in pace. Si addormentò ieri mattina 21 dicembre (1942) alle ore 10, e il suo passaggio fu così quieto e trasparente….” Il Ministero dell’Interno trasmette alla Legazione Svizzera, che si occupa degli interessi stranieri, il certificato di morte; Miss Turton è sepolta a Campello, vicino alle sue Sorelle dell’Eremo ed alla voce “Disposizione degli effetti: Solo pochi articoli di vestiario”. Vi assicuro, non era povera, sapeva scegliere.
Addio Amy, ci rivedremo nel vento e, forse, allora tu mi dirai dove sono i tuoi diari e, per ora, ovunque tu sia, buona fortuna.

BIBLIOGRAFIA

  1. HM Passport Office. General Register Office. Registro delle nascite.
  2. British Library ADD MSS 47726 ff56-57.
  3. Ristretto delle costituzioni e regole dell’Istituto delle Ancelle della Carità. 1891.
  4. British Library ADD MSS 47759 ff75-82
  5. British Library ADD MSS 47759 ff123-124
  6. London Metropolitan Archives X42/7

Gabriele De Biasi

Appassionato di storia dell’assistenza infermieristica
Nursing History Scholar
gabrideb@alice.it