Un progetto tutto infermieristico si espande al Sacco di Milano

A nursing project expands in Milan Sacco Hospital

Un progetto nato dall’idea di un infermiere ha preso il via circa un anno fa nella Rianimazione 1 dell’Ospedale Sacco di Milano. Avviato sui pazienti con Covid-19, potrà estendersi a diversi ambiti aziendali, dall’oncologico all’operatorio. Si tratta dell’impianto, ecoguidato, di Mini-Midline di 10 centimetri: cateteri periferici che assicurano comfort e sicurezza, senza ripetute “punture” da parte dei sanitari. Ci parla del progetto Antonio Presterà, infermiere di Terapia Intensiva della Rianimazione 1 del Sacco, che ha fortemente voluto dar vita al progetto.

 

Antonio Presterà cui va l’idea del progetto Mini-Midline del Sacco

 

Antonio, come nasce l’idea di “importare” anche al Sacco questa tecnologia?

«Ne sono venuto a conoscenza durante un corso di formazione in un ospedale italiano e ne ho immediatamente intravisto le potenzialità. Abbiamo pazienti che vanno “punti” ripetutamente e che dopo la dimissione dalla rianimazione permangono in struttura per molto tempo, dovendo accedere alle terapie. Inizialmente l’obiettivo erano proprio loro, poi invece il contesto è cambiato».

 

Ti riferisci al ciclone Covid?

«Esattamente. Anche il nostro coordinatore Sergio Pisaniello aveva immediatamente colto il valore potenziale di questa tecnologia, ma vi erano state battute d’arresto. Con l’emergenza Covid ci siamo messi in pista, recuperando in fretta. Io e i colleghi Gabriele Serbolisca e Marco Bernabò abbiamo frequentato dei corsi di formazione e, subito al rientro, i cateteri sono stati posizionati in alcuni pazienti Covid. Da lì il progetto ha sempre più preso piede».

 

 


I colleghi Marco Bernabò e Gabriele Serbolisca

 

Quel è il vostro paziente tipo oggi?

«Innanzi tutto, i pazienti della nostra rianimazione non eccessivamente critici, che non necessitano quindi di catetere centrale, e i subintensivi. Inoltre, coloro che, una volta dimessi dalla rianimazione, permangono nei reparti dove continuano le terapie. Il vantaggio di questo strumento è che è di difficile dislocazione e permane a lungo, anche una trentina di giorni; quindi, è ideale per questi tipi di trattamento. In tal modo ci consente di non pungere continuamente il paziente. Ma non solo: ce lo chiedono anche molti medici per quelle persone che hanno un patrimonio venoso esaurito o delicato, o che fanno terapie compatibili con il distretto periferico. Si potrebbe pensare di usarli anche con pazienti nel preoperatorio per alcuni tipi di interventi, posizionandoli anche il giorno prima.

 

Non è più quindi un’esclusiva del vostro reparto.

«Certamente: l’azienda ha colto l’opportunità e siamo molto orgogliosi di poter offrire il nostro contributo».

 

L’inserimento del catetere è complesso?

«Richiede sicuramente una certa manualità, che abbiamo acquisito nel tempo. Bisogna in primo luogo riconoscere la vena, studiarne le caratteristiche, quindi pungerla e assicurarsi che sia rettilinea, il tutto con l’ausilio dell’ecografo, che rappresenta forse la difficoltà maggiore. Per quanto riguarda il catetere, abbiamo scelto uno strumento all-in-one, che può essere posizionato con una sola mano. Abbiamo inoltre creato una procedura per la gestione e la tracciabilità del device post impianto. Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto e del fatto che l’idea sia stata apprezzata».

 

Il catetere Mini-Midline

 

L’ecografo impiegato per il posizionamento del catetere

 

Quali sono i vantaggi di questo catetere per il paziente?

«Come accennavo, il primo grande vantaggio consiste nel fatto che il paziente non debba essere punto ripetutamente durante il periodo di permanenza in ospedale e di somministrazione delle terapie. Inoltre, la letteratura ci parla di minor rischio di coaguli e trombi. Noi cerchiamo di impiantarli il prima possibile. I pazienti, finora una quarantina circa, quasi non si accorgono di averlo».

 

Il vostro progetto vedrà nuovi sviluppi?

«Abbiamo intenzione di estendere il progetto ai colleghi della Rianimazione. Più siamo, più possiamo garantire a tutti coloro che ne hanno bisogno il posizionamento di questo catetere».

 

Trapela una certa soddisfazione.

«Sì, soddisfazione e orgoglio per il fatto che questo progetto sia nato da un team di infermieri e sia stato compreso e valorizzato in tutta l’azienda».

Recensione a cura di: Elisa Crotti

Consulente Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Milano, Lodi, Monza e Brianza
Consultant of OPI in Milan, Lodi,
Monza and Brianza