L’infermiere in ortopedia rigenerativa: un approfondimento

Nursing and orthopedic regenerative medicine

INTRODUZIONE

L’artrosi è una patologia di tipo degenerativo che colpisce primariamente la cartilagine articolare. La malattia aumenta progressivamente di frequenza con l’età ed è una malattia molto comune: “si calcola che in Italia vi siano più di quattro milioni di casi registrati”. Negli ultimi dieci anni, la ricerca internazionale ha proposto un’abbondanza di evidenze di laboratorio e precliniche a riguardo del potenziale differenziativo e rigenerativo delle cellule stromali mesenchimali presenti nella frazione adiposa per la lotta contro la patologia artrosica. Questo contributo intende proporre un approfondimento descrittivo sulla processazione a circuito chiuso in un unico tempo chirurgico di tessuto adiposo lipoaspirato destinato ad impianto autologo, in relazione alla pratica infermieristica.

Medicina rigenerativa e cellule staminali

La medicina rigenerativa è la branca della medicina che ha come fine la riparazione di cellule, tessuti e organi danneggiati, effettuata attraverso la rigenerazione delle strutture malate piuttosto che la loro sostituzione. Nella medicina rigenerativa hanno un ruolo fondamentale le cellule staminali.
Le cellule staminali sono cellule indifferenziate che devono ancora differenziarsi. Il processo differenziativo ha come risultato la formazione dei diversi tipi di cellule presenti nel nostro organismo. Nella fase embrionale, il processo di differenziazione dipende dai segnali che le cellule staminali ricevono dall’ambiente circostante. Complessivamente le cellule staminali possono essere classificate in:

I. totipotenti: in grado di diventare parte di qualunque tessuto
ed organo
II. pluripotenti: possono trasformarsi in cellule di molti organi
o tessuti (ma non tutti)
III. unipotenti: possono diventare cellule di un solo tipo.

Le cellule staminali che hanno origine dal mesoderma sono chiamate cellule staminali mesenchimali. Il mesoderma è il foglietto embrionale da cui, mediante un processo di differenziazione cellulare, si sviluppano i condroblasti, ossia le cellule deputate a costituire il tessuto cartilagineo articolare.
Le cellule staminali mesenchimali sono cellule totipotenti che, mediante un apposito sistema a circuito chiuso, possono essere prelevate dal tessuto lipidico e processate e infiltrate nelle procedure di ortopedia rigenerativa.
Si è dimostrato che le cellule staminali derivate dal tessuto lipidico possiedono fattori di crescita angiogenetici e la proprietà di produrre molecole antiinfiammatorie, per cui il loro utilizzo clinico è promettente.

Procedura di prelievo, processazione ed innesto di tessuto adiposo destinato ad impianto autologo

La procedura è eseguita in sala operatoria. L’equipe è costituita da un medico ortopedico ed un infermiere che conosce le metodiche di raccolta, processazione ed impianto del tessuto adiposo lipoaspirato. Il sistema utilizzato per la procedura riduce progressivamente di dimensione i cluster di tessuto adiposo aspirato, eliminando le sostanze oleose e i residui di sangue a contenuto pro-infiammatorio.
La prima fase della procedura consiste nel prelievo di tessuto adiposo dall’addome del paziente che avviene dopo l’anestesia loco-regionale (soluzione fisiologica, lidocaina e adrenalina). Il chirurgo ortopedico procede al prelievo del tessuto adiposo mediante una siringa vaclock da 10 cc sotto-aspirazione, collegata ad una cannula smussa, che presenta all’estremità 5 fori. L’infermiere in questa fase prepara il campo sterile e si occupa della sterilità legata alla procedura stessa. Lo strumentario necessario è in genere composto da un portaaghi, un bisturi (lama 11), una forbice, una pinza anatomica, due fissateli atraumatici e due ciotole.
Nella seconda fase della procedura l’infermiere prepara il sistema a circuito chiuso alla ricezione del lipoaspirato. Il lipoaspirato prelevato dal paziente deve essere “decantato” nella siringa per eliminare la parte liquida del lipoaspirato (parte pro-infiammatoria). Eliminata la parte liquida del lipoaspirato, si procede al filtraggio attraverso uno specifico dispositivo medico, dotato di due filtri e di 5 sfere di acciao. Il passaggio mediante il primo filtro determina la prima riduzione volumetrica con l’eliminazione dei frustoli fibrosi eventualmente presenti. Il lipoaspirato viene poi lavato all’interno del device con soluzione fisiologica fino ad avere un aspetto acquoso-limpido (assenza di tracce di sangue) ed una parte di colore giallastra (tessuto adiposo).
In una terza fase, il lipoaspirato viene agitato nel device per permettere l’emulsione della componente oleosa e, successivamente, viene nuovamente lavato mediante l’apertura del sistema collegato alla soluzione fisiologica.
In ultimo, il lipoaspirato mediante una siringa è raccolto dal secondo filtro del device e pronto per essere infiltrato nella zona interessata. A questo punto potrà essere medicato in modo compressivo l’addome del paziente nella zona del prelievo.

Come si evince dalla procedura, l’infermiere ha un ruolo di primo piano nel procedimento di infiltrazione di cellule staminali su diversi fronti: la preparazione alla procedura sia del paziente che della sala operatoria, la collaborazione con il medico ortopedico, il mantenimento della sterilità e la gestione “tecnica” del sistema utilizzato per prelievo, processazione ed infiltrazione del lipoaspirato.
La medicina rigenerativa da cellule staminali mesenchimali, così come lo specifico dell’ortopedia rigenerativa, rappresenta una branca “promettente” nel panorama delle scienze sanitarie. Quest’area potrebbe sempre maggiormente beneficiare del contributo professionale e scientifico degli infermieri su diversi fronti.
Innanzitutto il fronte professionale e collaborativo: la collaborazione infermieristica nella procedura, dimostra che la professione infermieristica è sempre pronta ad adoperarsi nell’attuazione delle procedure innovative volte al benessere del paziente e alla ricerca in tale ambito. Di fatto, il nostro nuovo codice deontologico all’articolo 2 recita: “l’infermiere riconosce il valore della ricerca scientifica e della sperimentazione. Elabora, svolge e partecipa a percorsi di ricerca in ambito clinico assistenziale, organizzativo e formativo, rendendone disponibili i risultati”. Un ulteriore fronte è rappresentato dalla ricerca che muove da paradigmi infermieristici e che è finalizzata ad “estrinsecare” gli aspetti legati al fabbisogno educativo dei pazienti che si sottopongono a tali procedure o “dar voce” alle loro esperienze con approcci di studio qualitativo.

BIBLIOGRAFIA:

  • Pamela Lynn. Manuale tecniche e procedure infermieristiche: Piccin editore
  • Mario Esposito. Gestione del team Infermieristico strumenti e metodologie: Hoepli editore
  • Gerard Karp. Biologia cellulalere e molecolare: EdiSES
  • Consiglio Nazionale FNOPI: Codice Deontologico 2019.

Massimo Menchella

Infermiere, ASL Caserta
RN, MSN; ASL Caserta, Italy
massimo.menchella@gmail.com