17 Feb Infermiere in RSA: il “faro” dell’assistenza
Nurses in nursign home: the light of caring
Stimato e caro Presidente,
sempre più spesso, assistiamo alla pubblicazione di articoli o alla messa in onda di servizi che riportano “cattive notizie” di assistenza nelle RSA; noi invece vogliamo far conoscere “l’altra faccia della medaglia”, quella fatta di persone qualificate, che quotidianamente e con impegno svolgono la loro professione. Innanzitutto ci presentiamo, siamo Cinzia e Anna Rita due Infermieri Coordinatori che più da trent’anni lavorano presso la Fondazione Castellini Onlus di Melegnano. Per diversi anni abbiamo lavorato nei nuclei di degenza prendendoci cura delle persone. La nostra vita professionale durante questi anni si è costantemente aggiornata e da qualche tempo ci occupiamo di qualità e formazione degli operatori. Le scriviamo questa lettera perché vogliamo condividere con lei e far conoscere l’importanza delle competenze necessarie per assistere le persone fragili in RSA. Sabato 26 ottobre abbiamo concretizzato un grande sogno, grazie al sostegno del Presidente Dott. Natale Olivari, del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Castellini Onlus, da sempre attenti a valorizzare l’Infermiere e le sue competenze in RSA.; del consiglio direttivo dell’OPI di MI-LO-MB e suo Presidente Dott. D’Aloia per la forte attenzione e il prezioso intervento a sostegno della professione in tale settore. Si è svolto a Melegnano il 1° congresso nazionale Infermiere in RSA. (innovazioni per l’infermieristica). Giornata di confronto e riflessione sulla formazione accademica, sulle competenze, sulle responsabilità, guidata da autorevoli relatori che ci ha permesso di condividere con tanti colleghi provenienti da tutta la nazione, la complessa gestione che quotidianamente tanti Infermieri che lavorano in RSA. Incontrano, e le ambizioni che andremo a realizzare. La salute è un diritto della persona, è il bene più prezioso da custodire, quel bene che ci pone inevitabilmente a confrontarci e a “riflettere” sulla vita dell’uomo, sull’essere e sul fine… prendendoci cura “evangelicamente” dell’altro per migliorare la nostra attenzione verso il prossimo. “To care” che significa prendersi cura è la nostra “mission”, porre la persona al centro di un “viaggio” rispettando la dignità dell’individuo, dando risposte assistenziali di qualità, per mantenere un livello non solo buono, ma che punti all’eccellenza attraverso il continuo e costante aggiornamento professionale. Per assistere le persone anziane fragili e non più autosufficienti in RSA e garantire una buona qualità di vita, l’Infermiere è il “faro” dell’assistenza, parte fondamentale del percorso di cura e punto di riferimento di tante figure professionali. Oltre alla sua presenza e costante vigilanza, alla stretta collaborazione con altri professionisti, sono necessarie specifiche competenze che ancora oggi, spesso, non vengono valutate e valorizzate. L’Infermiere deve fare, ma soprattutto deve “saper fare” nell’esclusivo interesse della persona assistita. È un professionista che spazia in vari ambiti, dal sociale al tecnico/sanitario; dalla relazione con i familiari, alla gestione delle persone con polipatologie. Non basta, deve inoltre saper gestire la complessità dei possibili eventi che si possono verificare durante il percorso di cura, dalla corretta somministrazione dei farmaci, alle cadute, al monitoraggio dei mezzi di contenzione, alle emergenze sanitarie, e a tutto ciò che si rende necessario all’ottimizzazione delle risorse. Nel corso degli anni nonostante lo scarso interesse e la poca conoscenza delle RSA gli Infermieri hanno saputo rinnovarsi costantemente, acquisire nuove competenze e affrontare le sfide che si sono presentate per dare attenzione e valore alla fragilità dei nostri assistiti. Perché ancora oggi la professionalità dell’Infermiere che lavora in RSA non viene spesso valorizzata rispetto a quella di un collega che lavora in altri ambiti? Perché un Infermiere appena laureato, carico di ambizioni, dovrebbe accettare la sfida lavorativa presso una RSA? Quali sono i vantaggi? Riscoprire il valore dell’Infermiere che opera in RSA, capire le sue esigenze, riconoscere i nostri percorsi di carriera, integrare gli attuali modelli organizzativi nelle aree di cura dedicati alla fragilità delle persone anziane, il riconoscimento contrattuale uguale per tutta la categoria, il prendere pienamente possesso del proprio ruolo, sono gli obiettivi che ci prefissiamo per il nostro futuro; consapevoli che gli Infermieri da sempre portatori di professionalità e di valori umani e artistici, (dove l’arte è intesa come devozione totale alla cura dell’essenza umana) siano una forza determinante per il futuro nell’innovazione infermieristica in RSA. Chiediamo a chi di competenza, di farsi portavoce delle nostre richieste, e fare in modo che questo sia per noi tutti l’inizio di un dialogo costruttivo e continuo. Solo affiancando, come già avviene, alla nostra competenza tecnica e al nostro impegno una certa dose di “Umanesimo”, valore etico, che pone la persona fragile e bisognosa al centro dell’attenzione, potremo capire e concretizzare le vere necessità umane e con esse il vero significato della vita. Un grande grazie anche ai Presidenti dei vari OPI che ci hanno manifestato il loro apprezzamento per l’iniziativa; ai colleghi che hanno partecipato e chi nel leggere questa lettera condivide i nostri obiettivi. In occasione di tale congresso abbiamo scritto questa poesia dal titolo:
Compagni di viaggio nella fragilità
Ti ho conosciuto nel momento del tuo bisogno
quando le tue forze hanno iniziato il loro viaggio per il mondo
e il tuo corpo e la tua mente, vivono nella ricerca di un passato che
da te forse
se ne è andato per sempre.
Ho assistito e curato il tuo dolore, giorno per giorno con grande amore
compagno non ti preoccupare, su di me puoi sempre contare.
Grazie per la tua amicizia e il tuo buon umore
grazie del tuo sorriso che ogni giorno mi scalda il cuore
grazie perché riempi ogni giorno del tuo calore.
I miei occhi hanno incontrato il tuo sorriso
le mie mani hanno toccato la tua realtà
e giorno dopo giorno, con pazienza, amore e professionalità
si sono prese cura della tua fragilità.
Non conosco il tuo domani, ma vivo con te il tuo presente
sarà un’onore per me prendermi cura di te, del tuo corpo e della tua mente.
Concludiamo caro Presidente questa nostra lettera, confidando nella sua sensibilità nel volerla pubblicare per “dar voce” a tutti gli Infermieri che ogni giorno con impegno, competenza e con coerenza vivono la loro professione prendendosi cura del loro prossimo.
Grazie per l’attenzione
A cura di Cinzia Antonioni
e Anna Rita De Paola