Donne e tecnologia: tra “effetto Matilda”, muri culturali e soffitti di cristallo, è tempo di cambiamenti

Women and technology: amidst the ‘Matilda Effect’, cultural barriers, and glass ceilings, it’s time for change

 

Questo numero di IJN chiude la serie speciale per i 30 anni della rivista dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Milano, Lodi, Monza Brianza. Un percorso importante narrato in 30 anni di articoli, tra scienza, approfondimenti e attualità. Il primo pensiero con il quale ripercorriamo questo periodo di tempo va senza dubbio ai notevoli cambiamenti che le professioni infermieristiche hanno intrapreso nel corso degli anni. Una caratteristica, però, è immutata da tempo: la professione è caratterizzata da una netta predominanza femminile, al punto che le donne costituiscono circa il 78% della popolazione infermieristica in Italia, con – si badi bene – un’esigua minoranza ai vertici.
Come in altri ambiti, anche in quello infermieristico per le donne la possibilità di raggiungere ruoli apicali sia nelle organizzazioni che in università resta limitata, rinforzando così un divario di genere che ancora richiederà del tempo per essere colmato. Il soffitto di cristallo, qui, è ben visibile e tangibile. Questi aspetti si traducono in una maggiore difficoltà ad attrarre finanziamenti, sia nazionali che europei, e quindi ad apportare un contributo significativo nell’ambito della ricerca e dell’innovazione scientifica.
Al contrario di quanto avviene per l’Infermieristica, sono ancora poche le donne che si avvicinano alle facoltà scientifiche scegliendo una laurea STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). Eppure, questo settore è in forte sviluppo ed è connotato da ingenti investimenti specifici per la promozione di tali discipline, cosa che potrebbe rappresentare un’opportunità per le donne anche nell’ottica di una riduzione del divario di genere.
Ci si è a più riprese chiesti quali siano le motivazioni che tengono la popolazione femminile lontana dalle lauree STEM, e ancora una volta la risposta si trova, ebbene sì, negli stereotipi e nei pregiudizi tipici della nostra cultura, nonché nel background familiare delle nostre società. Le ragazze, infatti, sembrano avere minor motivazione e fiducia in sé stesse nell’intraprendere un percorso di formazione scientifica. A queste insicurezze personali vanno poi ad aggiungersi i condizionamenti sociali e familiari, che vedono le donne meno predisposte alle materie scientifiche. Il forte condizionamento, sommato all’“effetto Matilda”, che porta allo sminuimento del contributo femminile alla ricerca tecnica e scientifica, insieme alla quasi totale mancanza di modelli di ruolo, finiscono con l’essere fortemente condizionanti.
Per contro, da recenti ricerche emerge come le donne laureate in discipline STEM abbiano un voto di laurea leggermente superiore rispetto a quello degli uomini (107,3 contro 106,4), e riescano a concludere il corso di laurea in misura maggiore (50% contro 48%). Tuttavia, nel mondo del lavoro le migliori performance accademiche non paiono avere un peso, soprattutto in termini di retribuzione.
Troppi controsensi, ce n’è abbastanza per indignarsi. Ma la riflessione si fa ancor più sentita se si considera il fronte delle competenze. La disciplina infermieristica, non riconosciuta fra le discipline STEM, si sta sempre più evolvendo verso l’uso della tecnologia e necessita sempre più di includere fra le proprie competenze anche quelle cosiddette green (o competenze verdi) e digitali, così come richiamato dal recente position statement* di FNOPI. In sostanza, la professione si sta muovendo nella direzione della scienza e della tecnicità. Quale sarà l’apporto femminile? I tempi sono maturi per un cambiamento culturale. Anzi, si è andati ben oltre la maturazione.

Ora sta alle donne cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie e dai nuovi ruoli, con un doppio vantaggio: quello di ridurre il gender gap aprendo nuove strade al contributo femminile nella scienza e, nel contempo, accedendo a maggiori finanziamenti per promuovere in maniera importante le lauree infermieristiche che già risentono, purtroppo, di un calo delle iscrizioni.
Ne risulterebbe un’alleanza fra professioni e discipline che contribuirebbe senza dubbio ad una contaminazione di idee verso l’innovazione dei nostri servizi sanitari e al progresso scientifico, portando più donne all’interno delle STEM e avvicinando ancora di più l’Infermieristica al contesto attuale.
Ogni inizio d’anno ha i suoi buoni propositi. Che questo sia un ottimo punto di partenza?

*https://www.fnopi.it/wp-content/uploads/2023/10/Position-SanitaE-Digitale_DIGITAL-VER-C.pdf

Daiana Campani

Direttore Editoriale IJN
Commissione d’Albo Infermieri
Editor-in-Chief
daiana.campani@opimilomb.it