Da Oss a infermiere in 300 ore? Un serio rischio per operatori e assistiti

Oss to nurse in 300 hours. A real risk for operators and patients

Cari colleghi,
siamo ancora a lanciare un allarme, ma stavolta il Covid c’entra poco. O, forse, è stata proprio la confusione generata dalla pandemia a dar luce a proposte a dir poco aberranti. Come quella del governatore del Veneto Luca Zaia, che con la delibera n. 305/2021 di fatto trasforma, grazie a 300 ore di lezioni in Fad e di tirocinio, gli Operatori Socio Sanitari in Infermieri, in barba alle normative nazionali e mettendo in sostanziale pericolo gli assistiti.

Se da un lato la decisione è stata giustificata dall’intenzione di ovviare alla carenza cronica di infermieri, in particolare nelle RSA, RSSA e nelle Case di Riposo, dall’altro lato appare evidente come non sia possibile, nemmeno nel più lungimirante dei sogni, immaginare una riqualificazione dell’Oss a infermiere non dico in 300, ma nemmeno 1000 ore.

Che gli Oss possano eseguire prestazioni di tipo infermieristico o medico sui pazienti non è ammissibile neanche nell’emergenza della pandemia, dal momento che senza una formazione adeguata e il giusto profilo, si porrebbero a serio rischio sia la persona assistita che gli stessi operatori, configurando profili di dubbia legittimità e responsabilità professionale.

Fnopi e gli Opi interessati hanno già fatto sentire la propria voce: sulla delibera si è già opposto il Coordinamento degli Ordini degli infermieri veneti chiedendone il ritiro e minacciando azioni legali, supportato da un’azione analoga a tutela della professione da parte del nostro Coordinamento degli Ordini della Lombardia.

In un nostro comunicato congiunto abbiamo dichiarato che “il trasferimento di competenze professionali acquisite tramite percorso universitario abilitante, che non corrispondono in alcun modo all’esecuzione frammentaria e meccanica di tecniche, bensì all’articolato utilizzo delle stesse nel complesso processo assistenziale anzitutto pianificato, quindi realizzato e verificato, non può e non deve gravare su personale di supporto, presuntamente addestrato attraverso discutibili eventi formativi, sia per liberalizzazione dell’abuso sia per parcellizzazione dell’assistenza e delle cure in generale”.

Abbiamo anche chiesto un’interlocuzione in Regione Lombardia ma, complice il recente cambiamento degli interlocutori, né come Opi di Milano, né come Coordinamento Regionale siamo riusciti a ottenere risposta. Questa assenza di confronto con la politica è estenuante, oltre che paradossale, se si considera che gli infermieri sono stati confermati quale elemento chiave della sanità anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il documento che descrive come l’Italia intende investire i quasi 220 miliardi di euro che l’Europa ha garantito al nostro Paese per ripartire dopo l’emergenza pandemica e la relativa crisi economica.

Per quanto riguarda la professione infermieristica, il riferimento va in particolare all’Infermiere di famiglia e di comunità, il cui ruolo essenziale è evidente soprattutto nei tre luoghi di cura individuati per riformare la sanità: le Case della Comunità, il domicilio e gli Ospedali di Comunità.
Sì, proprio in quelle strutture dove gli infermieri mancano. E che si fa? Si cerca la scorciatoia degli Oss?

Mi piace pensare, come vi accennavo, che la strada intrapresa sia dovuta solo alla fase di confusione post-pandemica. Continuiamo quindi a esortare Regione Lombardia, così come tutte le Regioni, a coinvolgere attivamente anche gli Ordini delle Professioni Infermieristiche nella progettazione e nel governo di percorsi organizzativi che possano garantire provvedimenti migliorativi.
Le scelte di questo Paese sul sistema salute, miopi e azzardate, hanno prodotto risultati che sono evidenti a tutti: quella di Regione Veneto deve essere l’ultima. Noi ci batteremo affinché così sia.

Buon lavoro,
Pasqualino D’Aloia

Pasqualino D’Aloia

Presidente Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Milano, Lodi, Monza e Brianza
President of OPI in Milan, Lodi, Monza and Brianza