Da eroi a volontari, un passo brevissimo

From heroes to volunteers could be a very short step

Cari colleghi,

è partito il piano vaccinale e nei social sono numerosissime le vostre foto nel momento fatidico dell’inoculazione. Un gesto che testimonia l’ampia adesione della professione alla campagna e che rappresenta un messaggio rassicurante e chiaro anche per il resto della popolazione, quella che diviene prima o poi nostra paziente e che alla figura infermieristica fa riferimento. Scegliendo di immortalarvi nel momento della vaccinazione e di condividere il gesto con amici e colleghi, avete preso una posizione che l’Ordine ha come voi voluto esprimere: proprio chi vi scrive è stato il primo vaccinato in Lombardia. In un momento di particolare confusione, in cui la popolazione chiede alle professioni sanitarie informazioni univoche e chiare, questa unità di pensiero della professione infermieristica è essenziale, oltre che apprezzabile.

Abbiamo dato un segnale forte nel corso della pandemia, e ancora stiamo dando molto, dimostrando il valore degli infermieri. Al punto che lo scorso 7 dicembre ho personalmente ritirato a nome di tutti voi l’Ambrogino d’Oro, il riconoscimento della città di Milano agli uomini e alle donne, alle associazioni e alle organizzazioni che hanno saputo dare un contributo speciale alla città. Un simbolo molto importante, che ho ritirato con orgoglio ed emozione.

Perciò, mentre scrivo, non posso non pensare a ciò che sta accadendo proprio in questi giorni tutt’intorno: le linee di produzione vaccinale si sono rivelate poco efficienti, i vaccini arrivano in modo disorganizzato e non sempre puntuale, il decreto Arcuri non è riuscito a reperire il numero di infermieri necessari per l’intera popolazione e – qui si sfiora la beffa – gli infermieri liberi professionisti e i dipendenti delle strutture private che ogni giorno lavorano a contatto dei malati, sono rimasti esclusi dalla prima fase della campagna. Una situazione inammissibile, che ha messo a repentaglio la salute di moltissimi colleghi. Come Ordine, abbiamo fatto sentire le nostre posizioni forte e chiaro inoltrando un’istanza in Regione Lombardia, e abbiamo invitato gli infermieri liberi professionisti ad aderire personalmente alla campagna vaccinale, predisponendo un’area del sito che li mettesse in comunicazione con le ATS. C’è sempre un modo per correre ai ripari, ma è fuor di dubbio che non si possano ritenere i dipendenti del privato e i liberi professionisti infermieri di serie b.

Un’altra riflessione riguarda poi la paradossale richiesta da parte delle ATS di divulgare un “Avviso pubblico per la creazione di un elenco di personale medico-sanitario volontario per l’attuazione del piano di somministrazione del vaccino anti Sar-Cov-2”. Personalmente, ritengo il volontariato una risorsa indispensabile nel nostro Paese. Chiunque operi in un ospedale non può che comprendere la portata essenziale del volontariato e l’impagabile lavoro che i volontari quotidianamente svolgono. Se qualche infermiere desidera portare volontariamente il proprio contributo, dà segno di un grande valore umano. Ma le ATS non possono e non devono aspettarsi di trovare risposta alla carenza di personale, chiedendo che un servizio ad alto impatto sociosanitario come la vaccinazione venga erogato da personale volontario. Non solo: per una campagna di questo valore e questa portata, è necessaria una forma contrattuale che riconosca il ruolo dei professionisti.

La scorsa estate eravamo eroi, elogiati nei media, sui muri, fuori dalle nostre sedi di lavoro. Non poteva durare a lungo, questo entusiasmo: i toni forti prima o poi si attenuano. Ma dall’essere vissuti come eroi a una pretesa che si diventi volontari, beh, francamente il passaggio mi sembra un po’ azzardato.

Volevo condividere con voi queste riflessioni e augurarvi come sempre buon lavoro, confidando che la vaccinazione, oltre agli anticorpi e a una maggiore sicurezza per tutti, riporti l’entusiasmo e la voglia di ricominciare.

Pasqualino D’Aloia

Presidente Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Milano, Lodi, Monza e Brianza
President of OPI in Milan, Lodi, Monza and Brianza